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Cos'è la cedolare secca e chi può usufruirne?
L’arrivo dell’anno nuovo porta con sé molte novità. Con l’approvazione della nuova Legge di Bilancio, i cambiamenti più incombenti vedono protagonisti i locali commerciali.
L’articolo 9 della suddetta Legge prevede, per l’appunto, l’estensione della "Cedolare secca sul reddito da locazione di immobili ad uso commerciale" del 21%, sostituendo la tassazione ordinaria IRPEF. Lo scopo di tale manovra è proprio quello di fare in modo che vengano ridotti gli affitti a nero, agevolando il risparmio sulle imposte.
La cedolare secca è un sistema di tassazione alternativo che può essere applicato al contratto d’affitto e riservata a tutte le persone fisiche proprietarie di un immobile.
Si può scegliere o nel momento di registrazione del contratto d’affitto, o in seguito, attraverso la compilazione del modulo online fornito dall’Agenzia delle Entrate. In entrambi i casi, la validità è pari alla durata del contratto, eccetto i casi in cui si opti per la revoca previa. In caso di proroga, invece, sarà necessario confermare l’opzione entro 30 giorni dalla scadenza del contratto.
Come sempre, davanti alle novità sorgono anche molti dubbi. Per questo motivo, è sempre bene far chiarezza e delucidare partendo dal quesito più comune: che peculiarità devono avere i contratti per i locali commerciali che hanno diritto ad usufruire di tale agevolazione?
Come già spiegato in precedenza, sempre ammesso che si compiano i requisiti, optare per la cedolare secca è un’agevolazione, rispetto al regime ordinario. Quest'ultimo prevede tassazioni irpef che cambiano a seconda del reddito. Secondo lo schema di tassazione ordinario è previsto:
Al contrario, scegliendo la cedolare secca, la percentuale della tassazione alternativa si mantiene stabile al 21% per i canoni fissi.