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Olio d’oliva e Puglia: qual è l’origine di tale connubio?
La Puglia è la regione dell’olio d’oliva di alta qualità, un alimento estremamente prezioso, tale da essere definito “oro liquido” dagli antichi egizi. Un prodotto dalle innumerevoli proprietà benefiche, insostituibile nella preparazione dei pasti tradizionali e non.
In giro per la Puglia vi sono innumerevoli frantoi che si occupano della produzione propria di olio d’oliva ed esportano in tutto il mondo.
Gli ulivi in Puglia sono alberi che presentano delle caratteristiche estetiche davvero impressionanti. I tronchi millenari e intrecciati in mille forme, riempiono lo spazio delle campagne della Valle d’Itria e riescono ad attrarre l'attenzione di turisti e non solo. Ad esso è legata una tradizione antica che ha dato origine a storie mitologiche legate al territorio.
In antichità, l’ulivo era considerato un simbolo sacro, legato alla rinascita, purificazione, resistenza e fertilità. Si pensa che sia arrivato nelle zone del Mediterraneo, partendo dal Medio Oriente, acquisendo oggigiorno un significato legato alla pace. Sin da allora, la produzione dell’olio d’oliva era considerata di grande pregio e una delle principali risorse economiche di sostentamento della civiltà Medio-orientale, utilizzato in campo alimentare, cosmetico e farmaceutico.
Gli Etruschi nel VII secolo A.C. e, successivamente, i Romani estesero a tutto l’impero la produzione d’olio.
L’ulivo nel corso dei secoli, è stato protagonista di miti, testi sacri, racconti popolari e leggende. Una di esse è legata alla cultura greca e alla presenza dell’ulivo sulla facciata del Partenone dell’acropoli di Atene.
La ragione di questa presenza è legata ad una leggenda che vede protagonisti Atene e Poseidone, condentendi dell’Attica. A tal proposito, Zeu, per decretare il vincitore, sfidò i due protagonisti nella scelta di un regalo bello e utile per la città. Mentre Poseidone scatenava la forza del mare, battezzando i greci “dominatori delle acque”, Atena pensò di far nascere un albero d’ulivo. Posto davanti ad un bivio, Zeus preferì l’albero d’ulivo, simbolo di benessere e pace, che avrebbe portato frutti, al posto di guerre.
Il simbolo dell’ulivo come simbolo di pace, continuò a trovare spazio anche nell’immaginario cristiano. È presente in molte letture della Bibbia e Vangelo e, secondo l’Antico Testamento, alla fine del diluvio universale, si palesò una colomba che, dopo alcuni giorni tornò con un ramoscello d’ulivo, simboleggiando la fine del diluvio universale.
Oggigiorno, l’ulivo è entrato a far parte del patrimonio dell’Unesco ed è riconosciuto come bene d’interesse storico-artistico, architettonico, archeologico dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 del Codice dei beni culturali, sancendo il carattere monumentale.