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Le case disabitate rappresentano una realtà diffusa, sia nei centri urbani che nelle aree rurali. Che si tratti di un immobile ereditato, acquistato come investimento o semplicemente lasciato inutilizzato, è importante sapere che anche una casa vuota può comportare obblighi fiscali e responsabilità.
È importante, dunque, saper gestire correttamente un’abitazione non occupata e conoscere quali sono le imposte da considerare e come ridurre eventuali costi legati al possesso.
Una casa vuota e trascurata può diventare un problema a causa del possibile degrado strutturale, atti vandalici, occupazioni abusive e segnalazioni da parte del vicinato. Per evitare sanzioni e innecessarie complicazioni, è consigliabile effettuare controlli periodici, tenere in ordine l’esterno (giardino, balconi, facciata) e valutare un’assicurazione contro danni o intrusioni.
Per quanto riguarda le tasse da pagare, il discorso è più ampio. La prima cosa da fare è disdire i contratti delle utenze (luce, gas, acqua), dopo di che, se la casa è anche priva di mobili, la Tari (tassa dei rifiuti) non deve essere pagata.
Nonostante la casa sia disabitata, non ammobiliata e priva di utenze domestiche, l’Imu deve essere pagata. Va ricordato che questa tassa è imposta a tutti coloro che possiedono un immobile, poichè si basa sul principio del possesso e non sull’utilizzo in sè. È esente dal pagamento solo l’abitazione principale, a meno che non rientri nelle categorie di lusso. Ci sono, però, dei casi specifici e particolari secondo i quali è possibile usufruire di una riduzione. Ad esempio, per una casa disabitata che risulta anche inagibile è possibile pagare l’Imu al 50%. Un immobile è considerato inagibile quando viene messa in discussione la sicurezza e la salute dei possibili inquilini (presenza di pareti, solai, tetti, strutture, muri portanti o perimetrali lesionati; immobile non compatibile con l’uso per il quale era destinato; mancanza di infissi; mancanza di allaccio alla rete fognaria o idrica; mancanza di condizioni igienico sanitarie idonee; necessità di demolizione e ripristini).
Nel caso in cui la proprietà sia agibile ma, risulti come seconda casa, è possibile richiedere una riduzione dell’Imu del 50% se vi è la concessione in comodato d’uso gratuito a un familiare in linea diretta (figli o genitori). È necessario, però, sottolineare che, per usufruire di tale riduzione, il proprietario dell’immobile concesso in comodato d’uso deve risiedere nello stesso Comune in cui è ubicato l’immobile in questione.
La riduzione dell’imposta Imu può essere richiesta anche qualora si tratti di immobili locati con canone concordato o di interesse artistico o storico.